Il fumo della sigaretta aleggia
nel salotto. Le luci della nave
laggiù al largo si affievoliscono. Le stelle,
buchi bruciati nel cielo, s’inceneriscono, sì.
Ma va bene, è quello che devono fare.
Quelle luci che chiamiamo stelle.
Bruciare per un po’ e poi morire.
Io ho una fretta del diavolo. Vorrei
fosse già domani.
Ricordo che mia madre, Dio la benedica,
diceva: Non desiderare il domani.
Così sprechi la vita in desideri.
Eppure lo desidero tanto
questo domani. Con tutti i suoi fronzoli.
Voglio che il sonno venga e se ne vada, tranquillo.
Come passare dalla portiera di una macchina
a un’altra. E poi svegliarmi!
E trovare domani nella stanza.
Ora sono più stanco di quanto riesca a dire.
La mia scodella è vuota. Ma è la mia, capite?
E io l’adoro.
Raymond Carver
(da Racconti in forma di poesia)
wow…
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Oh… grandissimo.
gb
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Ma quando il tuo post mi pia e perché non posso esprimerlo con Like? Mi piace Carver e vorrei farlo sapere a te e a lui. 🙂
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Lo hai appena fatto, Marcello. ^_^
Anche se non parlo molto, trovo che le parole abbiano quell’anima che uno statico like non ha, per questo qui sul Blog non ci sono.
Carver affascina molto anche a me, nonostante le “dicerie” sui suoi scritti. mi piace definirlo l’Hopper della letteratura.
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Bella definizione. Leggendo i suoi racconti l’ho pensato anch’io. E i suoi racconti li leggo e li rileggo perché mi affascinano. Grazie. Buona notte 🙂
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Grazie te per essere passato da qui. Serena nanna ^_^
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Riduce all’ essenziale. Non sempre mi piace.
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(eri finito nello Spam 😥 )
penso che ogni nostro periodo anbia il suo autore, a volte desideriamo essere cullati e allora ci affidiamo, per esempio, a Proust, altre viviamo d’istanti e allora un Carver è quel che ci vuole, È il bello del piacere di leggere ^_^ Non trovi?
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